Dal periodo d’imposta 2015 la possibilità di detrarre dal proprio reddito le spese relative alla frequenza scolastica viene estesa all’intero cursus formativo. Pur nella articolazione degli importi massimi, la scelta del Legislatore è stata quella di estendere tale vantaggio ad ogni periodo scolastico o accademico.

Con la nuova lettera e bis) dell’articolo 15, co.1 del TUIR, in particolare, si prevede la detraibilità nella misura del 19% anche delle spese sostenute per la frequenza di scuole materne, scuole primarie, scuole secondarie (“medie”) inferiori e superiori.

Innanzitutto va segnalato come l’Agenzia delle Entrate, con la sua circolare 3/E del 2 marzo 2016, si sia espressa in favore del contribuente, ammettendo la validità per tutte le spese di questa natura sostenute nel corso del 2015, nonostante la norma sia entrata in vigore solo il 16 luglio del 2015, lasciando via libera ad un effetto retroattivo che potrebbe giungere a raddoppiare il beneficio per lo scorso periodo d’imposta allineandolo con i periodi d’imposta con la norma a regime.

Tale detraibilità vede l’individuazione di una soglia massima di spesa riconosciuta a questi fini: 400,00€, generando così una detrazione massima per ogni studente pari a 76,00€ annui.

Chiarezza ancora non totale su quali spese di frequenza in concreto possano essere prese in considerazione; non dirime totalmente i dubbii nemmeno la circolare sopra menzionata, la quale si limita a proporre un’elencazione non tassativa, ma solo esemplificativa, citando tasse di iscrizione, tasse di frequenza e le spese per la mensa scolastica, mentre rimangono per l’Agenzia delle Entrate esclusi l’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Nessun chiarimento, ad oggi, in merito all’eventuale vitto fuori dalle mense scolastiche, all’eventuale alloggio e per tutto quanto concerne le spese di trasporto (autobus, treno, ecc.).

Si precisa che tali detrazioni riguardano, stante il richiamo alla L. 10/3/2000, n°62, le spese di frequenza relative sia alle scuole statali che a quelle paritarie private e degli enti locali.